La galvanica e alcuni processi industriali utilizzano il cromo esavalente per le operazioni di cromatura su metallo o plastica.
I reflui, inviati al sistema di depurazione acque, prodotti con queste lavorazioni di cromatura presentano una piccola percentuale di cromo esavalente che deve essere ridotto chimicamente da esavalente a trivalente.
Il cromo esavalente anche dopo una neutralizzazione, rimane completamente in soluzione all’acqua, per poterlo flocculare è necessario eseguire una riduzione chiamata decromatazione.
La decromatazione negli impianti chimico fisico avviene con reagenti riducenti come il bisolfito di sodio in campo acido con la seguente reazione, 4 H2CrO4 + 6 NaHSO3 + 3 H2SO4 = 2 Cr2(SO4)3 + 3 Na2SO4 + 10 H2O la reazione è controllata con appositi strumenti e sonde di rilevamento del pH e del potenziale Redox.
È possibile decromare un refluo contenente cromo esavalente con il solfato ferroso o cloruro ferroso a pH neutri o alcalini, questa soluzione è consigliata quando la progettazione del depuratore chimico fisico prevede l’uso di coagulanti primari e quando la concentrazione del cromo esavalente è limitata.