La disidratazione dei fanghi provenienti da impianti di depurazione acque è un trattamento fisico a cui viene sottoposto il fango prodotto dal sistema di depurazione acque, la disidratazione è necessaria per ridurre la percentuale di acqua presente nei fanghi e rendere la gestione degli stessi più semplice e meno onerosa.
Le disidratazioni dei fanghi possono essere eseguite in vari modi, le più utilizzate sono la disidratazione a sacco o anche detta a gravità negli impianti di depurazione di piccole dimensioni, e la disidratazione tramite filtropresse a piastre negli impianti con una rilevante produzione di fanghi.
La disidratazione a sacco è di semplice realizzazione e risulta economica, dei sacchi filtranti raccolgono il fango che per gravità si libera dall’acqua e si disidrata, questa soluzione è ottima nel caso di piccoli impianti di depurazione e produzione esigua di fanghi, in quanto il limite è dato dalla tempistica di disidratazione e dalla manualità necessaria alla sostituzione dei fanghi.
L’altra soluzione largamente utilizzata negli impianti di depurazione chimico fisici, è la filtropressa a piastre.
Le filtropresse per fanghi possono essere di più tipologie, automatiche semiautomatiche manuali, il dimensionamento è basato sul volume previsto di fanghi e la sua iniziale percentuale di secco.
Con questi valori è possibile valutare il tipo di automazione e la sua dimensione, le filtropresse devono essere alimentate da elettropompe o pompe pneumatiche che sviluppano una pressione di circa 12 bar e possono essere realizzate a membrana interposta, oppure a pistone tuffante.
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