Pentacque realizza una serie diversificata di impianti di trattamento delle acque di prima pioggia.
Gli impianti di prima pioggia o di dilavamento, risultano essere indispensabili per controllare l’effetto inquinante delle acque meteoriche dovuto al dilavamento di superfici parzialmente o totalmente inquinate. Con il termine “acque di prima pioggia” s’intende la parte iniziale della raccolta delle acque meteoriche. Questo volume di acqua presenta alcune caratteristiche di inquinamento che secondo normativa ogni evento meteorico proceduto da almeno 48 ore di tempo senza eventi atmosferici deve essere trattato fino al volume massimo rappresentato da una precipitazione di 5 mm uniformemente distribuita sulla superficie dell’intera area drenante.
L’inquinamento prodotto dal dilavamento di acque meteoriche è dovuto essenzialmente alla presenza di sabbia, terriccio ed oli minerali leggeri, nonché da una serie di sostanze disciolte, sospese e colloidali, che comprendono talvolta metalli pesanti, composti organici e inorganici.
Queste sostanze se non preventivamente trattate con adeguati impianti di prima pioggia possono essere trasportate nei corpi idrici ed inquinarli.
Gli impianti di prima pioggia sono dimensionati facendo riferimento ai coefficienti previsti dalla normativa in materia, garantendo il volume di accumulo necessario al trattamento, fino al momento in cui le acque seguenti di seconda pioggia vengono sfiorate e inviate al recettore finale per dispersione sul suolo o inviate direttamente al corpo ricettore.
La normativa che regolamenta il sistema di trattamento delle acque di prima pioggia prevede una serie di opportuni trattamenti per assicurare il rispetto e la salvaguardia degli ecosistemi. Le direttive sono le seguenti: Direttive Europee 2000/60/CEE direttiva quadro nel settore delle risorse idriche e 91/271/CEE riguardante il trattamento delle acque reflue urbane.
I piazzali interessati alle precipitazioni meteoriche devono essere opportunamente predisposti per favorire il convogliamento delle stesse in un unico punto in cui verrà posizionato l’impianto di prima pioggia.
Il continuo impegno e l’evoluzione della progettazione ha portato a realizzare una linea di impianti di prima pioggia con una serie di qualità superiori rispetto agli impianti tradizionali. Questi impianti di prima pioggia sono interamente realizzati in polietilene corrugato; la forma particolare voluta garantisce estrema resistenza allo schiacciamento e nel contempo alla pressione delle acque al suo interno. Questi impianti di prima pioggia non risentono, a differenza dei manufatti in calcestruzzo, del deterioramento e non presentano nel tempo delle perdite idrauliche che possono avvenire, in via anche osmostica, nelle vasche tradizionali realizzate in calcestruzzo.
Altra caratteristica che rende tecnicamente superiori questi impianti di prima pioggia a quelli realizzati in calcestruzzo è quella di essere forniti in un unico monoblocco già cablato idraulicamente e elettricamente. Gli impianti di superata concezione realizzati in calcestruzzo sono normalmente costruiti e forniti a causa del loro peso in più pezzi; questi dopo essere stati posizionati singolarmente devono essere interallacciati tra loro. Altro vantaggio è la logistica dei trasporti e la facilità di posizionamento di impianti monoblocco.
Questi impianti di prima pioggia risultano inoltre essere più economici già in fase di acquisto se vengono confrontati con quelli realizzati in calcestruzzo.
Il trattamento delle acque di prima pioggia è composto da una serie di sezioni, gli impianti dipendentemente dalle dimensioni prevedono un pozzetto di prelievo delle acque in ingresso; questo pozzetto ha anche il compito dopo la raccolta delle acque di prima pioggia di convogliare le acque di seconda pioggia allo scarico o al trattamento successivo; la seconda sezione degli impianti di prima pioggia comune a tutti è la raccolta e lo stoccaggio delle prime acque più inquinate.
Da questo stoccaggio sempre presente negli impianti di prima pioggia, una elettropompa preleva le acque in modo controllato e le invia in una sezione dove si realizza una defangazione delle sostanze pesanti e inquinanti. Grazie ad un ottimale tempo di sedimentazione, questo stadio è completato da una disoleazione; qui le acque di prima pioggia subiscono una flottazione di tutte le sostanze leggere.
I nostri impianti di prima pioggia applicano un pacco filtro a coalescenza per migliorare il sistema di disoleazione. Questo sistema invita le microparticelle di oli ad aderire ad un particolare materiale coalescente (effetto di aggregazione) e, dopo essersi unite tra loro, aumentano la loro dimensione (effetto di coalescenza), favorendone la flottazione e lo stazionamento in superficie.
Così trattate le acque di prima pioggia vengono inviate a caduta in un pozzetto di ispezione prima di avanzare depurate allo scarico.
Gli impianti di prima pioggia possono essere dotati di filtri di assorbimento galleggianti inseriti nella sezione surnatante dello scarico; questi filtri hanno il compito di assorbire le piccole e eventuali fughe di oli che possono avvenire durante la disoleazione, migliorando così il processo di depurazione.
Gli impianti di trattamento dei reflui hanno a disposizione la possibilità di utilizzare degli otturatori meccanici che abilitano o meno l’ingresso delle acque di prima pioggia; in funzione del livello del polmone di stoccaggio, come opzione se richiesto, è inoltre possibile installare dei rilevatori di eventi meteorici e l’automazione della gestione susseguente delle acque di prima pioggia. Gli impianti di prima pioggia come opzione possono montare un rilevatore di densità e può essere applicato nella sezione del contenimento degli olii per allarmare il massimo livello dello stoccaggio degli stessi.
Nel caso di installazione di vasche di prima pioggia, in particolari aziende che hanno la possibilità di inquinare maggiormente le zone e i piazzali di raccolta delle acque di prima pioggia, si deve completare l’impianto con delle filtrazioni meccaniche e assorbenti che utilizzano dei filtri a pressione e delle elettropompe; questa filtrazione garantisce un elevato trattenimento delle sostanze inquinanti garantendo i limiti tabellari vigenti.